Da principio era la physis, la natura, ciò che s'imponeva all'attenzione degli uomini.
E l'attenzione diventava religione.
Poi si andò al di là, e sopravvenne la metafisica.
La religione diventò essa stessa metafisica, non più genesi ma genealogia della natura, e con lei lo divennero le ragioni fondanti dell'etica.
Nel recupero della cultura classica, il fondamento della conoscenza fu la storia, nella quale furono ricomprese sia la physis, sia la metafisica, sia la religione.
Inevitabilmente, la storia si trasformò poi in metastoria, per trovare un equilibrio che comprendesse il pensiero scientifico, senza rinunciare a tutto il resto.
Nei decenni più recenti la tecnologia ha prevaricato il concetto di pensiero scientifico e di scienza, e quello stesso di "pensiero" e le evoluzioni preecdenti: natura, metafisica, storia e metastoria hanno finito di essere fondamenti di etica ed estatica, e di concezione del mondo, e sono niente di più (e niente di meno) che "informazioni".
Sfrondato di tutto questo, non rimane che l'individuo come puro soggetto di percezione e di reazione, pensiero pratico e comportamento.
Una società di persone sole, davanti a orizzonti senza confini e senza unità di misura.